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Gaza – MSF chiede alla Svizzera di agire: tutte le linee rosse sono state oltrepassate
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In una manifestazione simbolica, alcuni volontari di MSF hanno formato una linea rossa per denunciare le violazioni flagranti del diritto internazionale umanitario a Gaza. Questa mobilitazione esprime un chiaro rifiuto della crescente strumentalizzazione degli aiuti umanitari e della preoccupante passività del governo svizzero di fronte a questa catastrofe umanitaria, visto che la Fondazione Umanitaria di Gaza è registrata, tra l'altro, in Svizzera.
Desidereremmo invitare il Consigliere federale Ignazio Cassis, così come i membri del Consiglio federale, per condividere con loro le testimonianze dirette delle nostre équipe mediche sul posto. Le nostre équipe hanno accolto numerosi feriti in seguito a queste distribuzioni, che si sono svolte in un clima di panico e violenza. Le riserve di sangue sono quasi vuote, e alcuni dei nostri colleghi hanno dovuto donare il proprio sangue per cercare di salvare persone in stato di shock, ferite solo per aver cercato di nutrire i propri figli – e che spesso sono tornate a casa a mani vuote.
Mentre 24 paesi hanno recentemente espresso la loro opposizione al progetto di strumentalizzazione degli aiuti da parte di Israele, la Svizzera non ha ancora aderito a questa richiesta, venendo meno ai propri doveri.
Questo nuovo sistema di distribuzione degli aiuti non è solo inefficace, ma soprattutto pericoloso e disumanizzante e causa di numerosi morti e feriti tra i civili. Gli incidenti tragici del 27 maggio, 1° e 3 giugno ne sono una prova.
«Denunciamo la militarizzazione degli aiuti, che va contro i principi dell'azione umanitaria. Gli aiuti umanitari non devono mai far parte di una strategia militare o politica, ma devono rispondere esclusivamente ai bisogni delle popolazioni colpite. Ricordiamo che l'utilizzo degli aiuti umanitari a fini militari può costituire un crimine contro l'umanità», aggiunge Cornish.
Dal 19 maggio, le poche centinaia di camion di cibo che sono stati autorizzati a entrare nella Striscia di Gaza sono una cortina di fumo, che ha seminato disperazione tra i più di due milioni di persone private di cibo, acqua e medicinali da ormai tre mesi. A causa dell'assedio totale imposto dalle autorità israeliane dal 2 marzo 2025, l'intera popolazione della Striscia di Gaza è oggi minacciata dalla fame, secondo le Nazioni Unite. Il blocco totale o parziale dell'ingresso degli aiuti umanitari a Gaza ha soffocato i suoi abitanti.
Solo un cessate il fuoco duraturo e l'apertura immediata delle frontiere di Gaza agli aiuti umanitari – inclusi cibo, forniture mediche e carburante – possono alleviare questa catastrofe creata ad arte.