Des enfants tenant des casseroles vides dans la bande de Gaza
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© Nour Alsaqqa/MSF

Gaza: “Distribuzione di cibo fallimentare e inefficace. Si finge il rispetto del diritto internazionale”

La distribuzione di cibo nella Striscia di Gaza, avviata secondo il piano di Stati Uniti e Israele, è stata disastrosa e fallimentare, ed è l’ennesimo trattamento disumano imposto dalle autorità israeliane sulla popolazione palestinese. Qui di seguito la dichiarazione di Christopher Lockyear, segretario generale di Medici Senza Frontiere (MSF):

“L’inizio della distribuzione di cibo, coordinata dalla neonata organizzazione Gaza Humanitarian Foundation, è stato disastroso e ha confermato che il piano degli Stati Uniti e di Israele per strumentalizzare gli aiuti umanitari è inefficace. Il 27 maggio, nella prima distribuzione a Rafah, decine di persone sono rimaste ferite e colpite da colpi d'arma da fuoco mentre venivano distribuite quantità del tutto insufficienti di beni di prima necessità in mezzo al caos.

I palestinesi, privati di cibo, acqua e assistenza medica per circa 3 mesi, sono stati rinchiusi dietro recinti mentre aspettavano di ricevere gli aiuti di prima necessità: un duro promemoria del trattamento disumano imposto dalle autorità israeliane da oltre 19 mesi.

Con questo approccio pericoloso e sconsiderato, il cibo non viene distribuito dove ce n’è più bisogno, ma viene invece indirizzato solo nelle zone in cui le forze israeliane decidono di ammassare i civili. Ciò significa che i più vulnerabili, in particolare gli anziani e le persone con disabilità, non hanno di fatto alcuna possibilità di accedere al cibo di cui hanno disperatamente bisogno.

La tesi, secondo cui questo meccanismo immorale e fallimentare serve ad impedire la diversione degli aiuti, è falsa. Dall'inizio della guerra, MSF ha curato direttamente i pazienti quando è stato possibile far entrare i rifornimenti a Gaza. Questa iniziativa sembra essere un espediente cinico per fingere il rispetto del diritto internazionale umanitario. In pratica, utilizza gli aiuti come strumento per sfollare con la forza le persone, nell’ambito di quella che sembra essere una strategia più ampia di pulizia etnica della Striscia di Gaza e per giustificare il proseguimento di una guerra senza limiti.

Nel frattempo, il sistema umanitario è soffocato dalle restrizioni. Le autorità israeliane hanno permesso l'ingresso a Gaza di un numero esiguo di camion che sono poi stati bloccati immediatamente dopo che hanno attraversato il confine, impedendo che gli aiuti salvavita raggiungessero le persone che ne hanno più bisogno, tra cui bambini, donne incinte e neo-madri.

Costringere le organizzazioni umanitarie a far entrare una quantità così insufficiente di aiuti, mentre l'assedio israeliano ha creato una situazione di bisogno e disperazione insostenibili, sta portando a saccheggi. Questa è la conseguenza di una società spinta al limite, il cui tessuto sociale è stato lacerato da violenza e privazioni incessanti. Il risultato è un numero sempre maggiore di morti e feriti che si sarebbero potuti evitare e l'impossibilità di fornire aiuti rispettando la dignità delle persone. Tutto ciò fa parte di una strategia più ampia volta a rafforzare una narrativa unilaterale, ovvero che l'unico modo per fornire aiuti è militarizzarli.

Oltre agli ordini di sfollamento e ai bombardamenti che uccidono civili, l'uso degli aiuti come arma può costituire un crimine contro l'umanità. Solo un cessate il fuoco duraturo e l'apertura immediata delle frontiere di Gaza per l’ingresso degli aiuti umanitari – compresi cibo, forniture mediche, carburante e attrezzature – possono alleviare questa catastrofe causata dall'uomo”.